Come gestire i sintomi del colon irritabile

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come gestire i sintomi del colon irritabile

Crampi, dolori addominali, senso di gonfiore, stipsi o diarrea: sono questi i sintomi principali della sindrome del colon irritabile, chiamata anche IBS o colite spastica. Si tratta di una condizione cronica che colpisce con modalità diverse e differenti gradi di intensità circa il 15% della popolazione italiana, soprattutto donne sotto i 50 anni. I sintomi tendono a presentarsi a fasi alterne: in alcuni periodi sembrano attenuarsi, in altri si riacutizzano, soprattutto in seguito ad eventi particolarmente stressanti o all’assunzione di determinati cibi. Le cause del colon irritabile non sono del tutto note. Secondo alcune teorie sarebbero da ricercare fra le alterazioni del microbiota, infezioni, ereditarietà, ipersensibilità viscerale e, non ultimo, lo stress. Nonostante i numerosi studi in merito, non si è fatta ancora chiarezza e c’è addirittura chi la definisce una malattia inventata. La verità è che l’IBS può interferire nelle attività quotidiane e arrivare a condizionare negativamente la qualità della vita in chi ne soffre.

Sindrome del colon irritabile: una diagnosi difficile

I fattori che concorrono alla comparsa dei sintomi da colon irritabili sono sia psicosociali, cognitivi ed emotivi, che biologici. È difficile formulare una diagnosi certa di sindrome del colon irritabile perché non si dispone al momento di test specifici per individuarlo. In genere ci si arriva dopo aver escluso tramite analisi la presenza di altre patologie che presentano sintomi simili, come ad esempio la celiachia e attraverso un’anamnesi scrupolosa. Non esiste una vera e propria cura per l’IBS: la terapia attualmente è di carattere sintomatico, ossia si cerca di trattare i sintomi al fine di migliorare la qualità della vita dei pazienti. I trattamenti possono variare in base alla gravità della condizione: si parte da una dieta per esclusione, eliminando i cibi sospettati di causare la colite spastica, passando per fermenti e integratori, sino a casi più gravi in cui si prescrivono antibiotici e medicinali specifici e persino sedute di psicoterapia per imparare a gestire stress e ansia. È importante in ogni caso evitare il fai da te e affidarsi al proprio medico al fine di trovare le strategie più efficaci che permettano di convivere serenamente con l’IBS.

Quale dieta per il colon irritabile?

Essendo i sintomi dell’IBS differenti da persona a persona non esiste una vera e propria alimentazione valida per tutti e senza controindicazioni: un alimento innocuo per alcuni può causare effetti devastanti in altri. Per questo occorre imparare ad osservare come reagisce il proprio corpo con l’assunzione di vari alimenti, in modo da escluderli del tutto o parzialmente dalla propria dieta se causano complicazioni. A questo scopo è utile compilare un diario alimentare.
Generalizzare è difficile, tuttavia basandosi sui principali sintomi dell’IBS, si consiglia di:

  • ridurre alimenti che producono fermentazione nell’intestino e quindi gas come verdure crucifere, legumi, frutta non matura e bevande zuccherate se si soffre di meteorismo e gonfiore addominale;
  • limitare alimenti ricchi di fibra insolubile e cibi contenenti glutine anche se non si è celiaci, oltre a cibi grassi, fritti, spezie, alcolici e caffè se si ha diarrea frequente e crampi addominali
  • consumare più fibre solubili (frutta e tuberi, segale, avena e orzo) e aumentare il consumo di acqua se si è soggetti a costipazione.

Come detto, però, ogni persona è un caso a sé e poiché i sintomi del colon irritabile possono alternarsi, come ad esempio stipsi e diarrea, è sempre consigliabile il supporto di un esperto nutrizionista in grado di elaborare una dietoterapia soggettiva.

Migliorare lo stile di vita per gestire i sintomi dell’IBS

Sebbene non sia chiaro quali siano i fattori precisi che scatenano la sindrome del colon irritabile, come è stato osservato dalla comunità medico-scientifica, in gran parte dei casi curare il proprio stile di vita può migliorare il quadro sintomatologico sul lungo periodo. In generale, quindi, a chi soffre di IBS è consigliato:

  • limitare il consumo di alimenti ricchi di fibre;
  • evitare i cibi che creano infiammazione e irritazione della mucosa intestinale e che non sono indispensabili a livello nutrizionale come alcolici, caffè, cioccolata, tè e i prodotti contenenti mannitolo o sorbitolo;
  • fare piccoli pasti durante il giorno piuttosto che pochi e abbondanti in modo da non sovraccaricare il lavoro dell’apparato digerente e limitare episodi di diarrea;
  • non saltare i pasti per garantire la regolarità intestinale e non rallentare il metabolismo;
  • bere almeno 8 bicchieri d’acqua al giorno: non solo aiuta contro la stipsi ma serve a scongiurare la disidratazione e la ritenzione idrica se si hanno frequenti episodi di diarrea;
  • fare attenzione ai cibi contenenti lattosio e nickel: a volte, anche se non si soffre di intolleranze alimentari, potrebbero creare disagi a livello intestinale, per questo sarebbe meglio sospenderli e poi reintrodurli in maniera graduale nella propria alimentazione;
  • non fumare: la nicotina può aggravare i sintomi del colon irritabile poiché può contribuire all’infiammazione della mucosa intestinale e all’alterazione del microbiota;
  • praticare attività fisica in maniera regolare: il movimento, grazie al rilascio di endorfine, aiuta a ridurre stress e ansia favorendo il benessere, oltre a facilitare la motilità intestinale. Basta un’attività fisica moderata come la camminata, la corsa lenta oppure una pedalata in bici;
  • dedicarsi ad attività piacevoli e rilassanti: cervello e intestino si influenzano a vicenda e spesso soffrire di IBS può causare ansia e depressione e, viceversa, il malessere emotivo può contribuire a peggiorare la condizione. È importante quindi, per quanto possibile, imparare a gestire lo stress e gli stati ansiosi e aiutarsi con attività che ci fanno stare bene.

 

25 Novembre 2024