Mangia colorato, mangia sano: scopri i diversi tipi di cavolfiore

Scuola di cucina
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Portare l’arcobaleno a tavola: sempre più spesso esperti e nutrizionisti consigliano di mangiare alimenti colorati, non soltanto per garantire un’alimentazione varia ma anche perché ogni sfumatura cromatica indica la presenza di sostanze nutritive preziose per il nostro organismo. Questo vale soprattutto per frutta e verdura e ne esistono alcune disponibili in natura in molte nuance di colore: un esempio è il cavolfiore.
Non tutti sanno, infatti, che ci sono varietà differenti, ognuna con delle proprietà benefiche che cambiano a seconda del colore. Scopriamo i tipi di cavolfiore e quali sono le loro caratteristiche.

Cavolfiore bianco: l’antinfluenzale per eccellenza

Si tratta del cavolfiore “classico”, il più conosciuto e comune, dal basso contenuto calorico e dall’elevato potere saziante. È un tipico ortaggio invernale e il suo periodo di raccolta dura da ottobre sino a maggio. Appartenente alla famiglia delle crucifere, è ricco di acqua, vitamina B1, rame, fosforo, potassio ma soprattutto vitamina C, che lo rende un ottimo alimento antinfiammatorio e antiossidante, perfetto per prevenire i malanni stagionali. È un’ottima fonte di triptofano, aminoacido precursore della serotonina, conosciuta come l’ormone del benessere. In virtù delle sostanze contenute, viene considerato benefico per la salute del cuore, della tiroide e per la colite ulcerosa. Gli usi che se ne possono fare in cucina sono innumerevoli, noi lo abbiamo impiegato per realizzare la gustosissima ricetta del cavolfiore gratinato al forno, con provola e besciamella cremosa.

Cavolfiore viola: meraviglia anti-età

Questo tipo di crucifera si raccoglie a gennaio e si differenzia dal cavolfiore bianco, oltre che per la tonalità caratteristica che va dal rosso vino al violetto, anche per le dimensioni più piccole e compatte e per il sapore più delicato e rotondo. Si tratta di un incrocio fra il cavolfiore bianco e il broccolo, tuttavia il colore non è dovuto a manipolazioni genetiche. La varietà nostrana di cavolfiore viola più conosciuta è il Violetto di Catania, proveniente per lo più da aziende biologiche, ma sono ottime pure quelle coltivate in Sudafrica come il Violet Queen, il Purple Cape e il Graffiti Cauliflower. Le caratteristiche nutrizionali di base non cambiano, tuttavia il cavolfiore viola è ricco di antocianine e carotenoidi e contiene calcio, selenio, magnesio e potassio. Sono infatti gli antociani a conferirgli il colore, come succede per la melagrana, la barbabietola rossa e il mirtillo nero: questi pigmenti naturali sono dei potenti antiossidanti capaci di combattere l’azione dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare, proteggere i vasi sanguigni e prevenire gli stati infiammatori dell’organismo, come i tumori. Ottimo da gustare crudo, a insalata, è perfetto cotto al vapore, magari servito in maniera scenografica con altre verdure a forte contrasto cromatico come fagiolini, broccoli, cavoletti di Bruxelles, piselli o fave.

Cavolfiore verde: un potente antianemico

Il cavolfiore verde, chiamato anche cimone o broccoflower in inglese, è una varietà ricca di clorofilla, che gli conferisce il tipico colore. Le foglie di questa varietà sono più piccole rispetto al cavolfiore bianco e non riescono a coprire il fiore, ovvero il corimbo. Di conseguenza è maggiormente esposto al sole e il naturale processo di fotosintesi clorofilliana lo tinge di verde. Il sapore è più delicato rispetto al cavolfiore bianco e possiede gli stessi nutrienti, come acido folico, vitamina C e sali minerali. Tuttavia, l’alto contenuto di clorofilla lo rende un potente antianemico poiché favorisce la produzione di emoglobina. I cavolfiori verdi migliori si trovano in commercio da novembre a gennaio e le varietà italiane più apprezzate sono quelle di Moncalieri, dal gusto più sapido, e di Macerata.

Al nome cavolfiore verde viene associata anche un’altra cultivar molto famosa: il cavolfiore o broccolo romanesco, dalle tipiche infiorescenze che creano la forma di un frattale, indubbiamente scenografico e usato spesso a scopo decorativo. Anch’esso ricco di clorofilla, possiede un’alta percentuale di provitamine A e vitamina C, B1 e B2 e viene particolarmente apprezzato per la sua azione detox, preziosa contro la ritenzione idrica. Il suo sapore è a metà fra il broccolo e il cavolfiore ed è perfetto per la preparazione di vellutate e zuppe o per condire la pasta.

Cavolfiore giallo: amico della pelle

Il cavolfiore giallo, chiamato nei Paesi anglosassoni cheddar cauliflower per la colorazione uguale al tipico formaggio, è una varietà ricca di beta-carotene, precursore della vitamina A, dalle rinomate proprietà antiossidanti. Come le carote, fa bene alla pelle e alla vista, protegge le mucose di bocca e naso, rallenta l’invecchiamento cellulare ed è un alleato dell’abbronzatura poiché favorisce la produzione di melanina. Il cavolfiore giallo possiede il 25% in più di vitamina A rispetto a quello bianco. Ha una sfumatura di colore che va dal giallo crema sino all’aranciato, ha un sapore più dolce e pieno rispetto agli altri tipi di cavolfiore ed è molto apprezzato per la preparazione di sformati e purè. Questa varietà è nata per caso, in seguito a un fatto curioso: negli anni ‘70 un agricoltore canadese trovò nel suo campo di cavolfiori candidi una cima inaspettatamente arancione e decise in seguito di coltivare questa naturale mutazione genetica, dando il via a una nuova varietà.

20 Luglio 2022