Quante volte vi sarà capitato di sentirvi fuori luogo o a disagio nel sedere a tavola, soprattutto se invitati a cena fuori o in ristoranti raffinati!
Ciò spesso accade perché pensiamo di non conoscere quelle che vengono considerate le buone maniere a tavola.
Le norme comportamentali raccolte nel celebre libro chiamato “Galateo” includono, tra le buone usanze di costume - come ad esempio il portamento o l’atteggiamento adeguato alle diverse situazioni pubbliche -, anche le buone maniere da tenere a tavola.
Il Galateo, libro scritto da monsignor Giovanni Della Casa nel 1558, è considerato ancora oggi il “Vangelo delle buone maniere” dimostrando di fatto tutta la sua attualità, sebbene i comportamenti descritti in questo vademecum siano da reinterpretare alla luce dei cambiamenti avvenuti nei secoli e secondo gli usi della nostra epoca.
Secondo il Galateo, le posate vanno rigorosamente posizionate in un ordine ben preciso:
Può essere utile, inoltre, sapere che la posizione in cui il commensale lascia le posate ha un significato ben preciso. Lasciare, ad esempio, le posate con le punte incrociate lascia intendere la necessità di fare una pausa, mentre le posate poste parallelamente sul piatto, con le punte rivolte in avanti e l’impugnatura verso di noi, sta a significare che è possibile ritirare il piatto. È bene tener presente che durante il pranzo le posate non vanno mai appoggiate sulla tovaglia, ma sempre sul bordo del piatto.
Diverse sono, invece, le abitudini che, sebbene piuttosto diffuse, rappresentano per il Galateo dei comportamenti sbagliati e quindi da evitare. Ecco un breve elenco di quelle che maggiormente saltano agli occhi: