L'aperitivo è un vero e proprio rito, molto amato e diffuso in tutta Italia, da consumarsi non solo nei bar ma anche a casa insieme ai vostri amici. In questo episodio della serie Parola di Chef imparerai come preparare dei deliziosi stuzzichini per aperitivo come le pizzette miste di pasta sfoglia e i triangolini di pasta fillo con ricotta e spinaci. Due idee divertenti e facili da realizzare con il tuo Grand Chef Evolution!
L'aperitivo in senso stretto è una bibita, generalmente dal gusto amaro, che viene consumata prima dei pasti per stimolare l'appetito. Che sia una bevanda non miscelata o un cocktail, l'aperitivo può essere sia alcolico che analcolico.
Il termine aperitivo per estensione ha finito per indicare anche l'appuntamento immancabile del post lavoro, quando, generalmente tra le 18 e le 21, ci si incontra nei locali per consumare bitter e cocktail accompagnati da stuzzichini, come:
Il momento dell'aperitivo è diventato in molte parti di Italia, un vero e proprio rito, evento mondano per eccellenza, un momento irrinunciabile di svago e completo relax in compagnia degli amici prima della cena.
È possibile organizzare dei gustosi aperitivi anche in casa per preparare i tuoi ospiti alla cena, da consumare in piedi o già seduti a tavola. In questo caso potrai sbizzarrirti preparando tanti stuzzichini per aperitivo, ricette veloci ma ottime, grazie al tuo Grand Chef Evolution.
Non tutti sanno che l'aperitivo, indiscusso protagonista di un rito ormai irrinunciabile e amato in tutta Italia, nasce centinaia di anni fa a scopo medicinale. Dobbiamo al padre della medicina Ippocrate l'invenzione, già nel V secolo a.C., di una bevanda dal gusto piuttosto amaro, in grado di alleviare i disturbi di inappetenza: il vinum hippocraticum era un vino bianco dolce in cui venivano macerati fiori di dittamo, ruta e assenzio. Tale preparazione si diffuse anche presso i Romani che già consumavano il mulsum, a base di vino e miele, con la funzione di stimolare l'appetito, e fecero loro la miscela ippocratica arricchendola con rosmarino e salvia per renderla più gradevole. La bevanda prese il nome di vinum absinthiatum e la sua ricetta, pressoché identica a quella originale, venne tramandata attraverso i secoli ai frati erboristi medioevali. Furono loro a scoprire che era proprio il gusto amaro rilasciato dagli ingredienti di quella bevanda, e non gli ingredienti stessi, a stimolare l'appetito, perché in grado di eccitare la mucosa orale.
A tale particolare proprietà dell'aperitivo, del resto, fa riferimento il suo stesso nome: il termine deriva infatti dal latino aperio, ossia "apro", ma anche "do inizio" o "facilito", in evidente riferimento alla sensazione di appetito.
Grazie alle scoperte geografiche e all'intensificarsi delle relazioni commerciali con l'Oriente, in Europa giunsero e si diffusero nuove spezie, che si dimostrarono particolarmente adatte ad arricchire il gusto del "vino aperitivo".
Dobbiamo attendere la fine del Settecento perché l'aperitivo si trasformi da intruglio medicinale alla bevanda che conosciamo oggi.
A Torino nel 1786 nasce il Vermut, il primo aperitivo moderno. In una bottega di Piazza Castello, il signor Antonio Benedetto Carpano, inizia a produrre e commercializzare un vino aromatizzato con più di 30 tra erbe e spezie, tra cui l'assenzio (il termine tedesco Wermut significo appunto "assenzio").
Il vermut fu particolarmente gradito dal re Vittorio Amedeo III e da tutta la corte, e divenne la bevanda preferita dell'epoca, apprezzata anche da personalità di spicco come Vittorio Emanuele II, Cavour, Verdi e Massimo d'Azeglio.
È a partire da questo momento storico che nascono, principalmente tra Milano e Torino, i più famosi nomi dell'aperitivo moderno, destinati a diventare delle vere e proprie icone.
L'aperitivo veniva gustato nei caffè ottocenteschi, dove persone di cultura, politici, artisti e letterati si incontravano abitualmente, e si diffuse non solo a Torino e a Milano ma in molte altre città d'Italia, tra cui Napoli, Venezia, Firenze, Roma e Genova.
A partire dal 1900 si arricchisce notevolmente sia la lista dei drink che quella degli stuzzichini per aperitivo e, quest’ultimo, si avvia a diventare un rito irrinunciabile, l'evento mondano per eccellenza: negli anni '80, soprattutto a Milano, l'aperitivo tradizionale si trasforma in happy hour.
Il modello dell'happy hour fu importato in Europa, e quindi anche in Italia, dall'America, dove nacque per motivi strettamente di marketing: per incrementare il basso consumo di bevande nei bar nel tardo pomeriggio, dalle 18 alle 19, nell'happy hour ossia durante l'ora felice, gli alcolici venivano venduti a prezzi decisamente contenuti.
Ma che cos'è oggi l'happy hour? Si tratta di un aperitivo, per così dire "rinforzato": gli stuzzichini lasciano il posto a veri e propri buffet, ricchi e sostanziosi, e la scelta delle bevande si amplia notevolmente. Il costo è fisso ed è di molto inferiore a quello di una cena (in genere non supera i 10 euro), spesso la sostituisce completamente e l'ora felice si dilata fino alla notte. I buffet prevedono, oltre a pizzette, patatine e salatini, anche assaggi di pasta, riso, panini, bruschette, salumi e formaggi (oggi più ampiamente ricompresi in quelli che definiamo finger food), e le bibite che si possono consumare sono di qualunque genere: vino, superalcolici, succhi di frutta, birre, cocktail o bevande gassate.