Asparagi selvatici e asparagi coltivati: tipi e differenze

Scuola di cucina
tipi di asparagi principali differenze per coltivazione e colore

Gli asparagi sono un ortaggio molto ricco di proprietà benefiche per la nostra salute. Essi si distinguono soprattutto per aspetto, sapore e tipologia di coltivazione. In natura, si stimano oltre 200 varietà di asparagi. In linea generale, esistono due tipologie di asparagi:

  • Gli asparagi coltivati, appartenenti alla specie comune di Asparagus Officinalis;
  • Gli asparagi selvatici, appartenenti alla specie degli Asparagus Acutifolius.

Un’altra classificazione degli asparagi è quella che tiene conto del loro colore: esiste, infatti, una differenza tra asparagi bianchi e verdi:

  • Gli asparagi bianchi sono solitamente il risultato della coltura forzata ottenuta attraverso la concimazione del terreno fatta con residui di lavorati del cotone, che, una volta bagnato con acqua, generando molto calore, velocizza il processo di crescita degli asparagi. Spesso è possibile osservare sulla parte finale dei turioni, cioè dei germogli che mangiamo, una sfumatura dal colore violaceo.

    Queste coltivazioni di asparagi sono particolarmente diffuse in Italia settentrionale, principalmente nel Friuli-Venezia Giulia. Gli asparagi bianchi, secondo gli intenditori, hanno un sapore più delicato e raffinato rispetto a quelli selvatici di colore verde;

  • Gli asparagi verdi devono il loro colore al processo di fotosintesi clorofilliana, resa possibile dalla prolungata esposizione al sole in campi o colture di monte. Sono caratterizzati da un sapore forte e pungente, e alcune varietà presentano, come nel caso degli asparagi bianchi, sfumature violacee sulla parte finale dei turioni.

Nell’orto di casa è possibile coltivare sia asparagi verdi sia asparagi bianchi, sebbene in quest’ultimo caso, siano necessari più impegno e attenzione, in quanto questa coltivazione richiede particolari cure.

Come si coltivano gli asparagi?

Coltivare la pianta da asparago richiede molta pazienza in quanto la raccolta può essere fatta solo 4 anni dopo la semina.

Gli asparagi amano la luce diretta e possono essere coltivati a partire dal seme oppure dalle zampe, ossia i rizomi. Nel primo caso la semina va fatta in primavera, e in autunno bisognerà eliminare tutte le foglie che si trovano a 5-6 cm dal terreno. A piantina formata è possibile estirpare e trapiantare la pianta per produrne altre in tempi brevi. Nel secondo caso, invece, le zampe si interrano tra marzo e ottobre.

Il periodo ideale per la raccolta degli asparagi è quello primaverile, tra marzo e maggio. Va effettuata tagliando gli asparagi a circa 20 cm dalla punta, senza staccare la radice.

Anche se la sua coltivazione richiede tempo e soprattutto pazienza, la pianta da asparago può continuare a produrre i turioni per 20 anni.

Come riconoscere gli asparagi selvatici da quelli coltivati

La principale differenza tra asparagi selvatici e asparagi coltivati consiste nell’aspetto dei turioni: i turioni degli asparagi selvatici sono diritti, più croccanti e privi di fibrosità, ed assumono un aspetto spinoso; i turioni degli asparagi coltivati sono, invece, molto più morbidi e fibrosi. Questa differenza è riscontrabile soprattutto nel caso di asparagi coltivati da produttori specializzati attraverso le tecniche di pacciamatura, mentre è molto meno evidente nel caso di asparagi coltivati nel proprio orto che hanno solitamente un aspetto molto simile a quelli selvatici.

Un’altra importante differenza è rappresentata dal sapore: l’asparago selvatico ha un gusto amarognolo e molto deciso, mentre la varietà coltivata è solitamente più delicata al palato ed è, pertanto, maggiormente apprezzata dagli intenditori. L’asparago selvatico è facilmente reperibile in natura (principalmente in terreni incolti o nei boschi di quercia), ma è possibile coltivarlo anche nell’orto domestico.

05 Aprile 2022