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Timballo di riso al forno

Primo,Piatto unico
Lo sformato di riso al forno è un piatto ricco che sa di festa e appaga senza appesantire: la delicatezza del riso abbraccia il prosciutto e la mozzarella filante in un delizioso scrigno dalla crosticina dorata. Difficile dire di no alla seconda fetta!

Se pensiamo al timballo di riso al forno la mente va subito ai pranzi della domenica, alle ricette di famiglia, alla convivialità. Fra le ricette di riso al forno è sicuramente quella dal risultato più ricco e scenografico: un tortino dorato che racchiude un cuore filante e saporito, di cui esistono un’infinità di varianti in base alla regione ma anche alla famiglia, perché ognuna ha la sua versione preferita.

In questa ricetta realizzata con Grand Chef Evolution il riso bollito viene amalgamato con mozzarella a cubetti, prosciutto cotto e uovo sbattuto che fa da legante. Grazie all’esclusivo metodo di cottura si ottiene uno sformato di riso come in forno con un’irresistibile crosticina croccante e un morbido interno che è un’esplosione di sapore.

Il procedimento parte dal riso già lessato, ma tutte le fasi di cottura della ricetta possono essere eseguite all’interno di questo elettrodomestico, persino la bollitura del riso, come vedremo ne il consiglio dello chef, in tal modo non sarà necessario sporcare troppe stoviglie in cucina.

Vediamo, quindi, come si prepara il timballo di riso al forno con Grand Chef Evolution.

Procedimento

L’ingrediente base per la ricetta del timballo al forno è il riso lessato: essendo una ricetta di recupero, si usa il riso avanzato del giorno prima anche se molti preferiscono prepararlo appositamente. Dopo aver lessato il riso, quindi, disporlo in una terrina e lasciarlo raffreddare.

In una ciotola a parte inserire le uova, il sale, il pepe ed il parmigiano grattugiato, e sbattere con una frusta fino a creare un composto omogeneo.

Unire le uova sbattute al riso,  e aggiungere la mozzarella precedentemente tagliata a dadini e il prosciutto, quindi amalgamare bene il tutto.

Preriscaldare Grand Chef Evolution a 260°C, fan alta, per 6 minuti, con la griglia media predisposta al suo interno.

Ungere con il burro e poi cospargere di pan grattato il tegame da Ø 20 della linea professional, quindi adagiarvi il riso condito e livellare.

Per concludere, cospargere la superficie con il pane grattugiato ed un filo d’olio. Questo passaggio permette di ottenere una crosticina dorata e croccante che farà da scrigno al ripieno.

Impostare la cottura a 235°C, fan alta, per 18 minuti o fino a quando la superficie non diventerà dorata.

Il consiglio dello chef

Come lessare il riso con Grand Chef Evolution

Il procedimento da seguire per lessare il riso con Grand Chef Evolution è molto sempice: dopo aver posizionato il tegame da Ø 22 sulla griglia bassa del dispositivo, aggiungere un filo di olio EVO e far preriscaldare a 260°C, con fan alta, per 8 minuti. Concluso il preriscaldamento, aggiungere il riso, mescolare e farlo tostare a 260°C, fan alta, per 2 minuti. A questo punto versare 600 g di acqua calda, coprire il tegame con la teglia piena professional usandola come coperchio e lasciare cuocere sempre a 260°, fan alta, per 18 minuti. Una volta pronto, lasciare raffreddare il riso in una terrina ampia.

Attenzione alla scelta del riso: meglio optare per varietà come Arborio o Carnaroli, che assorbono al meglio i sapori ma senza scuocere; da evitare, invece, i risi a chicco lungo o Parboiled. Il riso condito col prosciutto e la mozzarella si può preparare dalla sera prima, conservandolo in frigorifero all’interno di un contenitore ermetico in modo che i sapori si amalgamino meglio. Dopo la cottura, lasciare riposare il timballo di riso per circa 15 minuti: in questo modo avrà il tempo di compattarsi meglio e potrà essere tagliato senza disfarsi, mantenendo forma e gusto.

Sformato di riso al forno: una ricetta, tante interpretazioni

Lo sformato di riso al forno può reinventarsi in tante versioni, ponendo sempre al centro il suo ingrediente base. Il segreto sta nell’equilibrio tra riso e condimento, così che ogni variante diventi un piccolo mondo da scoprire, al primo taglio. La ricetta che abbiamo visto aveva mozzarella e prosciutto, semplice ma molto apprezzata, ma se desideriamo una versione ancora più leggera e vegetariana, possiamo impiegare il riso integrale o venere da arricchire con verdure grigliate, come zucchine o peperoni, e mozzarella light. In alternativa, saprà sicuramente stuzzicare il palato un ripieno a base di melanzane a cubetti, pomodorini confit e filante provola affumicata, con una spolverata di basilico fresco. Tra le versioni più ricche, merita un assaggio anche lo sformato di riso al forno con salsiccia sbriciolata, scamorza e granella di noci, che combina cremosità e croccantezza. Se si vuole alzare l’asticella, è assolutamente da provare il timballo con riso mantecato con lo zafferano, con all’interno speck croccante e cubetti di formaggio asiago: un equilibrio fra dolcezza e sapidità.

Timballo, sformato, sartù: storia di un piatto nobile diventato iconico

Lo sformato è uno dei piatti più versatili della tradizione italiana: da nord a sud, ogni regione ne propone una sua versione, con riso o pasta, ripieno di verdure, carne o pesce. Dal timballo siciliano passando per il sartù di riso napoletano sino alle preparazioni più leggere, resta un classico della domenica che unisce gusto e convivialità. L’origine del nome timballo è incerta: alcune fonti citano un termine medievale per riferirsi a uno strumento a percussione, difatti timballiere era il nome dei militari che portavano con sé, a cavallo o a piedi, una coppia di timbale, dei timpani. Fu la forma dello strumento a ispirare il nome per lo stampo in metallo impiegato nella cucina napoletana e siciliana fra il Seicento e il Settecento per realizzare gli sformati. E fu così che, come succede spesso in cucina, per metonimia la ricetta prese il nome del contenitore in cui veniva preparato, ossia timballo.

Il timballo affonda le sue radici nella cucina aristocratica: già nel Settecento era presente nelle cucine delle corti europee fra cui quella napoletana sotto il dominio dei Borbone. Ai tempi il timballo al forno era un piatto scenografico e sontuoso che veniva servito per occasioni importanti, a dimostrazione dello sfarzo e dell’opulenza di corte, cucinato da cuochi francesi, i monsù. In genere si trattava di uno sformato di riso o pasta cotto in forno farcito con carni pregiate, formaggi, besciamella, uova e condito con sughi saporiti e robusti. Un vero e proprio fenomeno di costume, addirittura citato in opere letterarie celebri come Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Con il tempo, la ricetta si è diffusa anche fra il popolo, dal quale è stata semplificata e adattata agli ingredienti a disposizione: è qui che il concetto di timballo è divenuto sinonimo di piatto di recupero economico e sostanzioso, preparato con gli avanzi di pasta o riso. Il timballo di riso al forno, così come lo conosciamo oggi, è frutto di una lunga evoluzione culinaria che mescola tradizioni arabe, francesi e italiane, in particolare siciliane e napoletane.