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Scopri come preparare: Ricetta Struffoli di Natale
Ricetta Struffoli di Natale

Ricetta Struffoli di Natale

Dolci e Dessert
A Natale vi sono alcuni dolci ai quali non possiamo assolutamente rinunciare. Tra questi un posto d'onore spetta agli struffoli di Natale, deliziose palline dorate cosparse di miele, indiscussi protagonisti delle tavole di tutti i napoletani, e non solo! Vediamo come prepararli con Grand Chef Evolution.
Procedimento

Mettere in una ciotola la farina e lo zucchero e mescolare. Aggiungere la grappa, il burro ammorbidito a temperatura ambiente, le uova e la buccia d’arancia grattugiata. Impastare il tutto fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.

Far riposare l’impasto così ottenuto in frigorifero per circa 1 ora.

Formare, quindi, delle palline di dimensioni di poco più piccole di una nocciola, e adagiarle sulla placca forata del Grand Chef Evolution leggermente unta d’olio (in questo modo si eviterà che gli struffoli si attacchino alla placca).

Cuocere secondo scheda tecnica. Una volta cotti, aggiungere agli struffoli ancora caldi il miele e quindi la frutta candita. Se volete, potete completare il tutto con l'aggiunta di piccoli confettini colorati (i cosiddetti "diavulilli") e di confetti cannellini, all'aroma di cannella.
 

Il consiglio dello chef

Quando si formano le palline, poiché l'impasto tenderà ad attaccarsi alle dita, vi consigliamo di inumidirle con un po' d'acqua o, in alternativa, per un gusto più deciso, con dell’olio di semi di mais.

La frutta candita può essere sostituita con frutta essiccata nel Grand Chef Evolution.

Struffoli di Natale: un dolce tipico napoletano dalle origini antichissime e misteriose

Sono molti i dolci che rendono speciale il nostro Natale anche a tavola. Uno di questi è il panettone di Milano, diffuso e apprezzato in tutta Italia, ma non possiamo di certo dimenticare gli struffoli, colorati e saporiti, immancabili nei menù natalizi più golosi!

Gli struffoli sono un dolce tipico natalizio che appartiene alla tradizione culinaria partenopea. Piccole palline di impasto, fritte e cosparse di miele, gli struffoli hanno origini antichissime: sembra siano stati portati a Napoli dai Greci, anche se non manca chi pensa che provengano, piuttosto, dal Medio Oriente. Un'altra tesi li vuole originari della Spagna e diffusi a Napoli durante il Viceregno; tutt'ora, infatti, nella cucina andalusa si prepara un dolce molto simile agli struffoli, il piñonate, che si differenzia da questi principalmente per la forma leggermente allungata delle sue "palline".

Il termine "struffolo" ha un etimo piuttosto incerto. Secondo alcuni deriverebbe dal greco stróngylos, che significa "rotondo", con esplicito riferimento alla sua particolare forma arrotondata, tesi che confermerebbe l'origine greca di questo dolce; e del resto ancora oggi nella cucina greca vengono preparati i loukoumades, dolce del tutto simile agli struffoli partenopei. Il termine "struffolo" viene anche ricondotto alla parola "strutto", il grasso in cui gli struffoli venivano fritti anticamente, o anche al verbo "strofinare", l'azione che si compie per lavorare l'impasto: per formare le palline, infatti, la pasta può essere arrotolata a formare lunghi cilindri sottili (del diametro di circa 1 cm) che vengono poi tagliati per ricavarne gli struffoli.

Consigli preziosi per una ricetta di struffoli a prova di chef!

Della ricetta degli struffoli esistono numerose varianti, piccoli segreti tramandati da una generazione all'altra, o preparazioni particolari legate a specifiche tradizioni culinarie locali; vi sono, comunque, alcune regole sempre valide, che è bene seguire per ottenere degli struffoli a prova di chef.

Prima di tutto la dimensione delle palline: queste dovranno essere piuttosto piccole, poco più di una nocciola, così da aumentare la superficie di pasta ricoperta di miele che, ricordiamolo, deve essere abbondante. A proposito del miele, è importate sceglierlo di buona qualità. Inoltre, per evitare che scivoli via dagli struffoli, è consigliabile utilizzare del miele grezzo e poco raffinato.

Una volta formate le palline, per evitare che si attacchino tra loro è possibile porle su abbondante farina, che va poi rimossa passando gli struffoli in un setaccio prima della cottura.

Gli struffoli perfetti sono croccanti in superficie e morbidi all'interno. Per questo è fondamentale la consistenza dell'impasto che dovrà essere liscio, omogeneo, e presentarsi morbido ed elastico. Quando sono pronti, gli struffoli vanno disposti su un piatto a formare una ciambella, un cono, un ovale, o qualunque altra forma la vostra fantasia vorrà suggerirvi. Quando procediamo a dare loro la forma desiderata è bene bagnarsi le mani con del succo di limone o acqua fredda, per evitare che il miele finisca per attaccarsi alle dita.

Gli struffoli, una volta preparati, possono essere conservati e gustati per diversi giorni.

Non chiamateli (solo) struffoli!

Gli struffoli di Natale sono una prelibatezza che è possibile trovare non solo in Campania, ma anche in altre regioni d'Italia, con alcune varianti tipiche e, sopratutto, con nomi differenti.

In Abruzzo, Marche, Molise e Umbria, ad esempio, lo struffolo viene chiamato cicerchiata, perché ricorda nella sua forma la cicerchia, ed è un dolce tipico del Carnevale, mentre a Palermo perde una "f" e diventa strufolo. In Basilicata e in Calabria il nome degli struffoli è cicerata, termine che deriva probabilmente dalla parola "cece", mentre nella provincia di Taranto vengono chiamati sannacchiudere. In Puglia la ricetta degli struffoli assume proprie caratteristiche locali e anche il nome cambia: a Lecce gli struffoli sono detti purcedduzzi, ovvero "porcellini dolci" perché ricordano nella forma dei piccoli maialini, nel Salento purcidduzzi e pustradduzzi a Gallipoli. In Sardegna, e in particolare a Carloforte, infine, prendono il nome di giggeri.

Una curiosità: nella zona del Viterbese vengono chiamati "struffoli" delle frittelle di pasta soffici tipiche del Carnevale, un dolce ugualmente buono ma che non ha nulla a che vedere con le palline di pasta ricoperte di miele.