Per preparare i crocchè di patate napoletani con salsiccia, friarielli e provola, prima di tutto cuocere le patate con la procedura al sale nel Grand Chef Evolution. Quindi schiacciarle con lo schiacciapatate quando sono ancora calde e sistemarle in una ciotola.
Aggiungere un pizzico di sale e formare dei crocchè con le mani. Schiacciarli al centro con un dito cosi da formare un solco e mettere all’interno la salsiccia rosolata tagliata a pezzetti, i friarielli già cotti e la provola precedentemente messa ad asciugare (o in alternativa la scamorza affumicata tagliata in piccoli pezzi).
Chiudere i crocchè in modo da coprire bene tutti gli ingredienti e passarli nel pangrattato.
Preriscaldare il Grand Chef Evolution per 3 minuti a 150 gradi FAN alta. Nel frattempo disporre i crocchè napoletani sulla teglia forata ungendoli con poco olio. Per quest’operazione possiamo aiutarci con uno spruzzino.
Inserire la teglia nel Grand Chef Evolution e cuocere secondo scheda tecnica, girando i crocchè napoletani di tanto in tanto.
Servire subito, quando sono ancora caldi.
I crocchè napoletani proposti dal nostro chef sono una gustosa variante ai classici crocchè di patate.
Agli ingredienti tradizionali usati per preparare i crocchè vengono aggiunti la salsiccia e i friarielli. Il risultato finale sarà un'esplosione di sapori a cui difficilmente saprete rinunciare.
I crocchè di patate napoletani possono essere serviti come secondo piatto, ma anche come antipasto o aperitivo.
Il binomio salsiccia e friarielli è uno dei must della cucina partenopea, un abbinamento perfetto e sempre ben accetto sulla tavola dei napoletani: la salsiccia e i friarielli si utilizzano come farcitura della pizza o del panino, si mangiano come semplice secondo piatto e c’è qualcuno che li utilizza per preparare dei primi particolarmente sfiziosi e saporiti.
Ma cosa sono i friarielli? Con il termine friarielli si indica una verdura tipica napoletana, coltivata esclusivamente in Campania e difficile da trovare fuori dalla regione.
La coltivazione è presente soprattutto nel casertano, nell’agro nocerino sarnese, nel napoletano e in alcune parti della Piana del Sele. Una volta erano coltivati anche nel capoluogo napoletano, in particolare sulla collina del Vomero.