La cucina romagnola è una delle più rinomate d'Italia per la sua capacità di creare, con pochi ingredienti genuini e semplici, piatti molto saporiti che racchiudono tutte le caratteristiche e i benefici della dieta mediterranea.
La tradizione culinaria romagnola è piuttosto ricca, fatta di ingredienti classici e tradizionalmente contadini dell’entroterra emiliano, come formaggi e salumi, e di pescato, in particolare nelle zone costiere.
Il prodotto più famoso e conosciuto della cucina romagnola è però senza alcun dubbio la piadina. La piadina, o piada, è una preparazione semplice a base di farina di frumento. Si presenta come una sfoglia spianata e circolare, generalmente molto sottile e viene consumata a fette come fosse pane o farcita con prodotti salati, come salumi e formaggi tipici locali, o in alternativa i dolci, come marmellata, miele o cioccolata spalmabile.
La piadina romagnola può essere anche fatta in casa perché facile e veloce da preparare. Trattandosi di un alimento piuttosto leggero viene inserita anche nelle diete dimagranti in sostituzione della pizza.
Una piadina media che pesa tra i 100 e i 200 g apporta circa 300-350 calorie a seconda della quantità di strutto che viene utilizzato per la sua realizzazione. A queste bisogna aggiungere le calorie della farcitura che spesso è costituita da ingredienti ipercalorici come salumi e formaggi grassi. Per chi è a dieta sarà comunque possibile farcirla anche con verdure o ortaggi, come insalata e pomodori, da abbinare a salumi poco grassi, per ottenere una ricetta ugualmente squisita.
Per l’impasto originale della piadina è obbligatorio utilizzare, secondo il disciplinare IGP, pochissimi ingredienti:
Agenti lievitanti come il lievito o in alternativa il bicarbonato di sodio, sono invece classificati tra gli ingredienti facoltativi.
Bisogna disporre la farina a fontana sul tagliere, aggiungere tutti gli ingredienti ed impastare energicamente fino ad ottenere una massa che risulti al tatto compatta, liscia e morbida.
Realizzato l’impasto bisogna lasciarlo riposare per almeno un’ora avvolto con la pellicola o in un sacchetto per alimenti nel freezer. Trascorso questo tempo basterà formare delle palline di impasto, stenderle col matterello e cuocerle. La piadina romagnola tradizionalmente viene cotta su un piatto di terracotta, detto teglia (teggia nel dialetto romagnolo) ma in casa possiamo utilizzare semplicemente una padella antiaderente.
Per chi, invece, non volesse cimentarsi in questa semplice preparazione della ricetta originale della piadina romagnola può scegliere di acquistare il prodotto anche in supermercato già confezionato.
La storia della piadina romagnola è piuttosto antica: nel 1371 venne citata per la prima volta la ricetta della piadina nel Descriptio provinciae Romandiolae, un documento che costituisce la massima fonte di informazioni sul territorio romagnolo nel periodo medievale. Secondo l’allora cardinale Anglico de Grimoard, la piadina “si fa con farina di grano intrisa d'acqua e condita con sale. Si può impastare anche con il latte e condire con un po' di strutto".
Nell’antica Roma, le piade erano consumate in prevalenza dai ricchi perché andavano mangiate appena cotte; già dopo qualche ora, infatti, diventavano dure e non masticabili. Questa caratteristica le rendeva, invece, poco adatte ai plebei che necessitavano di cibi che si potessero conservare più a lungo . La situazione cambiò radicalmente nel Medioevo, quando i prodotti lievitati divennero appannaggio dei ricchi, mentre le sfarinate e le preparazioni più semplici senza lievito come, appunto, le piadine divennero il cibo dei poveri.
Oggi la piadina romagnola è riuscita a conquistare le tavole di tutti i buongustai ed ha raggiunto un successo mondiale. La piadina è diventata lo spuntino tradizionale soprattutto per i turisti che affollano la riviera romagnola in estate.
Attualmente la piadina è iscritta nell'elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) della regione Emilia-Romagna e alcune associazioni per la promozione e la tutela della piadina romagnola nel 2003 hanno richiesto la certificazione IGP per le due varianti di questo prodotto: Piadina Terre di Romagna e Piadina Romagnola di Rimini. Le differenze sono minime e riguardano principalmente le dimensioni: secondo l’antica tradizione, la piadina preparata lungo la costa (nella zona tra Riccione e Rimini) è più sottile e più larga di quella consumata nell'entroterra. Il disciplinare della piadina riminese prevede, infatti, uno spessore fino a 3 mm e un diametro da 23 a 30 cm, mentre per la piadina delle Terre di Romagna è ammesso uno spessore da 4 ai 10 mm e un diametro inferiore, dai 15 ai 30 cm.