Sciacquare e asciugare bene i peperoni friggitelli, quindi disporli in una ciotola aggiungendovi un cucchiaio di olio. Mescolare bene cercando di distribuirel’olio in maniera uniforme su tutti i peperoni; in alternativa disporre i friggitelli sulla teglia forata e con l’aiuto di un dosatore spray cospargerli di olio.
Una volta posti i friggitelli sulla griglia media del Grand Chef Evolution, avviare il dispositivo programmato come da scheda tecnica, avendo cura di girare i peperoni friggitelli a metà cottura.
Il tempo di cottura è orientativo e può variare a seconda della grandezza e della stagionalità dei peperoni.
I friggitelli cucinati in questo modo sono un ottimo contorno adatto, grazie al basso contenuto calorico, a qualsiasi tipo di dieta.
Serviti come contorno o anche come antipasto, i peperoncini verdi o friggitelli, con il loro sapore dolce e gustoso, si prestano a moltissime preparazioni. Sono una varietà particolare dei peperoni, un ortaggio diffuso principalmente nei paesi mediterranei e nel Sud America. In Italia, sono tipici soprattutto della Campania, nella cui tradizione culinaria sono entrati a pieno titolo come uno degli alimenti più amati, ed è soprattutto nel napoletano e nel salernitano che avviene la loro produzione.
Hanno forma allungata e una dimensione che può variare dai 6 ai 12 centimetri; vengono consumati freschi, quando ancora non hanno raggiunto la completa maturazione e presentano, pertanto, un colore verde molto intenso.
A seconda della zona in cui ci troviamo, i peperoncini verdi sono conosciuti come friggitelli, friarielli o peperoncini dolci di fiume.
Il termine friggitello o friariello, diffuso soprattutto nel salernitano, molto probabilmente ha origine in un'espressione dialettale che significa "che si frigge", e fa riferimento al metodo più popolare con cui vengono cucinati questi ortaggi. I peperoncini verdi, infatti, vengono comunemente consumati fritti interi in poco olio e conditi con pomodorini freschi, aglio e basilico. A Napoli, invece, i friarielli sono le infiorescenze delle cime di rapa e non vanno assolutamente confusi con i peperoncini verdi, che vengono chiamati "puparulilli ‘e ciummo" (ossia "peperoncini di fiume") in quanto crescono molto bene in terreni ricchi di acqua e venivano coltivati soprattutto nei territori attraversati dai fiumi Sebeto e Sarno.
La coltivazione dei peperoncini verdi in Campania ha origini molto antiche e non del tutto accertate. Secondo alcuni la loro diffusione risalirebbe addirittura alla fine del 1200, quando, per volere del re Carlo d'Angiò, i monaci Cistercensi si trasferirono dalla Francia nella valle del Sarno e fondarono, presso San Pietro di Scafati, l'Abbazia dedicata a Santa Maira della Real Valle. Qui i monaci avrebbero iniziato a coltivare nei loro orti alcune specialità tipiche francesi, tra cui i peperoncini verdi dolci, che si sarebbero poi diffusi, a partire da questo momento, sul territorio, fino a diventare una coltivazione tipica della tradizione locale. Si tratta di una teoria non del tutto convincente, ancor di più se si pensa che i peperoncini verdi sono una varietà particolare del peperone, una pianta importata in Europa dall'Americadopo la scoperta del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo, e quindi ben due secoli più tardi.
Potete coltivare i peperoncini verdi dolci anche a casa, in un vaso sul vostro balcone o nel vostro orto domestico. Ecco alcuni consigli che vi saranno molti utili se deciderete di cimentarvi nella coltivazione di questo gustosissimo ortaggio: